Approfondimenti su “Il tempo e la sua misura”
Posted on : 08-11-2014 | By : admin | In : Astronomica
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Lettura. Regolazione degli orologi di bordo sul tempo vero t v durante la compensazione o il controllo della bussola magnetica.
Ricordiamo le relazioni tra i tempi:
t m = t v + ε ;
t f = t m + (λ f – λ ) ;
t v = t f – (λ f – λ ) – ε
Esempio: Il giorno 1 Maggio la nave è in φ 24°06’ Nord λ 21° 30’ W; declinazione magnetica d: = 12°36’ W.
Al mattino del giorno 1 / V viene effettuato un giro di bussola per il ritocco della compensazione. Nei preliminari c’è lo spostamento di uno dei due orologi da polso, dal tempo fuso t f al simultaneo corrispondente tempo vero t v . La correzione del fuso risulta : (λ f – λ ) = -15° – ( – 21°,5) = + 26 minuti; l’equazione del tempo, tratta dalle Effemeridi,: ε = – 3 minuti. La correzione complessiva è + 23 minuti. Verso le ore t f 8 h 30 m , un orologio regolato sul fuso subisce lo spostamento delle lancette per leggervi l’ora solare vera t v (spostamento indietro di 23 minuti); l’orologio segna: t v = 8 h 07 m . Il compensatore lavorerà con questo orologio del tempo vero.
Il compensatore, che conosce le Tavole , sa che alle 8 h 32 m (VIII 32 m ) è riportato l’azimut vero del Sole (uno fra tanti, intervallati di 4 minuti). Predispone il traguardo azimutale sulla bussola di controplancia e misura il primo rilevamento del “giro di bussola” appena il suo “orologio vero” (t v ) segna 8 h 32 m : azimut bussola a b = 100°. Legge sulle Effemeridi la declinazione del Sole: δ 15°N (con lieve arrotondamento); apre le Davis sulla pagina intestata alla latitudine φ 24° omonima della declinazione 15° N del Sole. Legge sulle tavole Davis, in corrispondenza dell’ora VIII 32 minuti, il seguente azimut: a v = 90°,4 sulla Prora bussola Pb 000.° Calcolo della variazione V (d + δ ev. ) e della deviazione δ ev.
V = a v – a b ;
V = 90°,4 – 100° ;
d = 12°,6W
δ = V – d ;
δ = – 9°,6 +12°,6 ;
V = – 9°,6 δ = + 3°,0 ;
I Nota. L’argomento sulla compensazione di bussola è riportato sul trattato Navigazione tradizionale, e in misura esaustiva nel sito di Quaderni Marinari.
II Nota. Nei primi anni 80 arrivò a Genova una nave inglese proveniente dal Sud Africa. Aveva nelle stive ferraccio. Durante il viaggio andò fuori uso l’unica girobussola. Inoltre il campo magnetico creato dal ferraccio alterò notevolmente la compensazione. Gli Ufficiali, durante le guardie diurne e notturne dovettero controllare ripetutamente la deviazione della magnetica. Lo fecero sia di giorno, col Sole, sia di notte con le stelle: orologi regolati sul tempo vero e sul tempo sidereo.
Lettura: Regolazione degli orologi sul tempo medio t m
Parliamo di una regolazione che viene considerata solamente nelle lunghe traversate oceaniche. Gli orologi alla partenza viaggiano sul t f .
Ricordiamo la relazione algebrica:
t m = t f – (λ f – λ) m
dove il termine tra parentesi è la correzione del fuso.
Sia A il punto di coordinate (φ A , λ A ), punto iniziale della traversata per raggiungere B (φ B , λ B ). La lancetta dei minuti è da spostare indietro se dal calcolo risulta t m < t f , in avanti se t m > t f .
Tale calcolo del t m è la prima fase, orientativa, riguardante la regolazione degli orologi sul tempo medio. Poi si passa a considerare la correzione complessiva
Ccg = [- (λ f - λ A ) m + (λ B - λ A ) m ] / N
Nell’espressione di “Ccg”, N è il numero dei giorni previsti di navigazione, tenendo conto della velocità della nave: Ccg è considerata costante. I segni delle due correzioni parziali: (λ B – λ A ) m , prevalente, è positiva quando la rotta complessiva della traversata è verso levante; negativa se è verso ponente. – (λ f – λ A ) m ha il segno contrario della correzione del fuso, da cui parte la nave. Poiché la correzione (λ B – λ A ) m è prevalente, si può concludere:
- lancette in avanti se si va verso oriente;
- lancette indietro se la si naviga verso occidente.
Questa variazione, praticamente, viene calcolata dall’allievo (con l’avallo del Primo Ufficiale) e comunicata alla Macchina, ogni giorno, durante la “guardia diana” dalle 4 alle 8 antimeridiane. Nella pratica di bordo tale ora è indicata con t b , tempo di bordo. È cura dell’allievo muovere le lancette degli orologi nelle sale di mensa.
In prossimità dell’arrivo si riportano gli orologi sul t f del punto di destinazione B. Si opera il confronto tra l’ora di bordo t b ed il simultaneo t f ; (t f = T m + λ f di B), dove T m = Tc + K.
Questo metodo, apparentemente un po’ complicato nelle parole, ma non nell’operatività (come trasparirà dallo svolgimento di un esempio numerico), ha un vantaggio non trascurabile per la salute del marittimo.